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Arte e Architettura

Il patrimonio architettonico e artistico del Comune di Radicondoli comprende castelli, antiche pievi e ville padronali per lo più in posizioni privilegiate. Sono costruzioni che testimoniano la storia millenaria del nostro territorio.

Arte e archittettura
Arte e archittettura

Chiese

pieve vecchia
  • Chiesa della Collegiata (Radicondoli). Nel centro del paese, la Collegiata, dedicata ai S.S. Simone e Giuda, è la chiesa più grande di Radicondoli, quella in cui vengono celebrati i riti più importanti. Nata come Pieve, fu elevata alla dignità di collegiata con decreto vescovile dell'8 novembre 1627. Al suo interno si trovano opere artistiche di pregio, tra le quali alcune tele del pittore Alessandro Casolani (1552-1607); “La natività di Gesù” del 1590, “Il transito di Maria Vergine” del 1569 e le “Storiette” poste sull’altare maggiore . La costruzione dell’edificio risale al XIII secolo, anche se la sua forma attuale è del 1600.
     
  • Chiesa del Crocifisso (Radicondoli). Questa chiesa è la prima che si incontra entrando nel paese, e domina la piazza di entrata, Piazza Gramsci. La leggenda, risalente agli anni 1000-1100, narra che un mulo che trasportava un simulacro del crocifisso entrò a Radicondoli. La popolazione portò il corcifisso nella chiesa parrocchiale, ma il giorno dopo lo stesso fu ritrovato nel punto in cui si era fermato il mulo. Questo evento si verificò per vari giorni: i radicondolesi pensarono quindi che fosse desiderio divino che nel punto in cui l'oggetto ritornava fosse eretta una chiesa per contenerlo. In realtà, il crocifisso è un'opera d'arte della fine del secolo XV e degli inizi del successivo, e non si sa se la chiesa esistesse prima del suo arrivo a Radicondoli. Nel 2008 è stato terminato il restauro degli interni, che ha restituito alla popolazione uno spazio religioso delicato e luminoso che infonde un particolare senso di tranquillità. Tutti i venerdi di marzo in questa Chiesa si svolge una particolare funzione religiosa di preparazione alla Pasqua.
     
  • Chiesa di Santa Caterina delle Ruote e Monastero Agostiniano (Radicondoli)
    Risalente al 1300, e ristrutturata nel seicento, questa chiesa sorge accanto al Monastero Agostiniano, che tuttora ospita alcune monache di clausura. In passato il Monastero gestiva un orfanotrofio femminile, e al suo interno si svolgevano attività didattiche che andavano dalla scuola dell'infanzia fino alla scuola media superiore. Il nome deriva da un piccolo ospedale intitolato a Santa Caterina delle Ruote e adiacente al monastero che, nel XIV secolo, fu ad esso annesso.
    All’interno è conservato il dipinto del 1607 raffigurante il “Martirio di Santa Caterina d’Alessandria”, del pittore Sebastiano Folli.
     
  • Pieve Vecchia (Radicondoli)
    Questa Chiesa, di cui si ha notizia già nel 1100, ebbe grande importanza nel medioevo per tutto il territorio dell’Alta Val di Cecina. La sua architettura è particolare perché utilizza un rivestimento a fasce bianche e rosse, probabilmente di ispirazione romanica, non tipica del senese, ma piuttosto dell’architettura lucchese e pisana. Altro elemento che la differenzia dalle Chiese di Radicondoli e di tutta la provincia senese sono le decorazioni dei capitelli, formate da teste di uomo e di animali, e del muro della Chiesa, dove sono stati scolpiti utensili e strumenti di lavoro. La parte più anticha della costruzione è la zona del transetto e del lato absidato. I restauri che si sono susseguiti nel tempo ne hanno mutato l’aspetto, soprattutto con l’introduzione di un altare barocco, ma non hanno cambiato l’atmosfera che si respira in questa Chiesa.
    Nella Pieve Vecchia dal medioevo i radicondolesi venerano una antica immagine della Madonna che va sotto il titolo della Mercede; oggi il quadro presente nella Pieve Vecchia è una copia, mentre l'originale è conservato nella Chiesa della Collegiata. Negli anni della predicazione di San Bernardino, la popolazione gli dedicò una cappella all'interno della chiesa.
     
  • Convento di San Francesco dell’Osservanza (Radicondoli)
    È l’unica costruzione religiosa costruita nel quattrocento, ed è stata più volte ampliata. Il Convento era sede di una comunità di Francescani costituitasi in seguito alla predicazione di San Bernardino: nella lettera di proposta di costruzione del convento, inviata alla Magnifica Signoria di Siena, si legge che "il Comune e gli abitanti di Radicondoli sono spinti" dal consiglio di frate Bernardino a chiamare i frati dell'Osservanza. Basandosi sulle indicazioni del Santo, la struttura fu realizzata in modo che la semplicità e la povertà in cui i frati dovevano vivere fosse comunque accomagnata dal decoro e dall'armonia. Dopo un lungo periodo di abbandono, è stato recuperato ed è diventato sede di una scuola di musica. La Chiesa interna, oggi sconsacrata, viene usata come palcoscenico per concerti e saggi degli allievi.
     
  • Chiesa della Compagnia di Santa Croce (Belforte)
    Anche questa chiesa è del 1600, e si trova lungo la via principale di Belforte. In origine la Chiesa conteneva ben sei altari, di cui oggi ne rimane solo uno.
     
  • Chiesa di Santa Maria Assunta (Belforte)
    All’interno delle mura del castello di Belforte nel 1300 fu costruita questa Chiesa, che pur avendo perso quasi tutte le sue decorazioni a stucco, conserva i dipinti di Alessandro Casolani “Madonna della Cintola con San Girolamo e Sant’Antonio” e “Maria Vergine annunciata”.
     
  • Chiesa di San Rufo (Fattoria di Anqua)
    Costruita nella seconda metà del cinquecento per volere del conte Pannocchieschi d’Elci, fa parte del complesso della fattoria di Anqua. Conserva una tela ad olio della “Vergine Assunta e vari Santi”.
     
  • Chiesa della Natività di Maria Santissima (Fattoria di Cornocchia)
    Costruita nel seicento nella fattoria di Cornocchia e ristrutturata nell’ottocento, conserva un dipinto raffigurante la Natività della Vergine Maria.
     
  • Chiesa della Santa Croce (Castello di Falsini)
    È situata all’interno del complesso del Castello di Falsini; i suoi arredi furono portati nella Chiesa della Compagnia di Santa Croce a Belforte, e l’altare è relativamente recente.
     
  • Cappella di San Rocco (Castello di Fosini)
    Ancora presente con le mura e il tetto in buone condizioni. Nell’area del Castello di Fosini si trova anche la Chiesa di San Niccolò e San Donato, di cui rimane ormai solo un rudere.
     
  • Chiesa di San Sisto (Castello di Montingegnoli)
    La Chiesa di San Sisto, situata all’interno del complesso di Montingegnoli è molto antica, risale infatti al 1100; è stata più volte ristrutturata, e durante l’ultima ristrutturazione, nel 1946, è stata spogliata degli addobbi interni e pittorici.
     
  • Chiesa di San Nicola (Podere Marcigliana)
    Le notizie di questa chiesa risalgono al XII secolo, e tuttora la Chiesa esiste, anche se in epoca recente è stata trasformata in fienile per i lavori agricoli del Podere Marcigliana.

Castelli

Falsini
  • Castello di Falsini
    È il castello che è arrivato a noi nelle migliori condizioni. Le prime notizie risalgono al 1100. Ha subito varie ristrutturazioni, che hanno fatto perdere al castello molte delle sue iniziali caratteristiche, ma che d’altra parte sono state importanti per il mantenimento delle buone condizioni della struttura.
     
  • Castello di Elci
    Nel medioevo, questa struttura era uno dei centri di vita più importanti del territorio. La sua costruzione sembra risalire a prima dell’anno 1000; oggi rimangono parte delle mura del castello, la grande rocca e alcuni ruderi delle mura perimetrali. È ancora presente la struttura di una chiesa dedicata a Sant’Antonio da Padova, della quale restano oggi solo le mura esterne.
     
  • Castello di Fosini
    Anche il castello di Fosini risale al 1100; la sua caratteristica più particolare è il luogo in cui sorge, sulla cima di un’alta collina, circondato da fitti boschi, a picco sul vuoto. Durante il medioevo questo castello doveva contenere una popolazione piuttosto grande. Sembra anche che ai piedi della rupe dove sorge il castello ci fosse una sorgente d'acqua sulfurea, oggi scomparsa, e che fosse presente una "pietra calaminare", anche se non vi è testimonianza della presenza di una miniera. La struttura dell’edificio è ancora ben conservata, sebbene alcune sue parti siano in rovina. Il Castello si trova all’interno della riserva naturale di Cornate e Fosini.
     
  • Montingegnoli
    I primi riferimenti a questo castello risalgono al 1156, e, nonostante le ristrutturazioni subite nel 1500 ed anche successivamente, la struttura è rimasta fedele alla costruzione originale. Montingegnoli è un complesso molto ben conservato, con una struttura circolare, un piccolo paese in miniatura.
     
  • Castello Colletalli
    Oggi diventato un podere, conserva alcuni ruderi risalenti al medioevo, posti sulla cima della collina, che appartengono ad un castello che fu abbandonato con lo spostamento della popolazione verso i centri di Radicondoli e Belforte.

Palazzi pubblici

Palazzo comunale con milite ignoto
  • Palazzo Comunale (Palazzo Berlinghieri, Radicondoli)
    Il Palazzo Comunale si affaccia su Piazza Matteotti: ha una facciata particolarmente pregiata dal punto di vista architettonico, con caratteri architettonici analoghi a quelli della vicina villa di Anqua. Il palazzo è stato acquistato nel 1988 dal Comune, che, dopo aver eseguito alcuni lavori di ristrutturazione, nel 1991 vi ha trasferito i propri uffici. All’interno si trova una grande terrazza che si apre sul panorama delle colline.
     
  • Palazzo Bizzarrini (Radicondoli)
    Questo palazzo, risalente al XVI secolo, era la precedente sede del Comune. In seguito, è stato sottoposto ad una ampia ristrutturazione, che lo ha restituito alla comunità arricchendo il paese di una sala mostre e di un salone per conferenze. Sulla facciata sono presenti tre lapidi commemorative. Per alcuni anni è stata sede della Comunità Montana della Val di Merse. Dal 1 gennaio 2009 ospiterà l'Unione dei Comuni della Val di Merse.
     
  • Palazzo Pubblico (Belforte)
    Il Palazzo Pubblico di Belforte risale al 1200. Doveva essere originariamente la casa del gastaldo, conte Aldobrandeschi, signore del castello. Successivamente fu trasformato in Palazzo Pubblico e di Giustizia. Nella sua lunga vita è stato sede di molti tipi di attività: edificio scolastico, ufficio postale, fino alla sua chiusura e seguente ristrutturazione, che lo ha trasformato in un luogo di ricordi, la Casa della Memoria l’Aquilante. La facciata è arricchita da due lapidi; una in ricordo della Liberazione, l'altra come testimonianza della donazione con cui gli abitanti di Belforte resero possibile l'apertura dell'Ufficio Postale. Un altro elemento importante del Palazzo Pubblico era il suo oroglogio, di cui si parla per la prima volta nel 1576. Nel 1616, a causa del cattivo stato di conservazione in cui versava, i Quattro Conservatori di Siena stanziarono due scudi per la sua riparazione. Nel XIX secolo il Comune di Radicondoli stipendiava un addetto al funzionamento dell'orologio; ma nel 1928 il Potestà ne ordinò la sostituzione, dato che ormai il meccanismo era diventato inservibile. L'ingranaggio dell'orologiio originale è tuttora conservato all'interno del palazzo, ed abbelisce la sala più alta dell'Aquilante.
     
  • Casa del Popolo (Radicondoli)
    A metà della via principale di Radicondoli, è un bel palazzo in mattoni rossi che fu edificato nel XIX secolo. Per anni ha ospitato le sedi dei partiti politici e dei sindacati attivi a Radicondoli. Dopo la ristrutturazione è diventato sede della Biblioteca Comunale.

Fattorie

Anqua
  • Villa di Anqua
    Conosciuta anche con il nome dei suoi proprietari, Pannocchieschi d’Elci, antichissimo e illustre casato della Toscana, è un complesso architettonico ben conservato, con costruzioni imponenti, un giardino all’italiana, la Chiesa di San Rufo, case abitate e una bellissima vista sulle colline circostanti. La villa, piuttosto che un edificio di campagna, ricorda un palazzo di città. Particolarmente bello è il pozzo situato nel cortile di entrata. All'interno del giardino si trova un leccio, uno dei patriarchi della natura, un albero monumentale che si racconta risalga alla costruzione della villa.
     
  • Fattoria di Cornocchia
    Attualmente sede del Corpo Forestale dello Stato, questa fattoria si distingue per un ampio cortile d’ingresso, circondato da costruzioni, compresa la Chiesa della Natività di Maria Santissima.
     
  • Podere La Canonica
    Il podere, che in età moderna faceva parte delle proprietà del Monastero di Santa Caterina delle Ruote, conserva i ruderi della Chiesa di San Bartolomeo “de Scalocla”, risalenti al XII secolo. Nel corso del 1700 le pietre di questa chiesa già in rovina furono usate per ricostruire la Chiesa del Crocifisso a Radicondoli.
     
  • Podere Pitena
    Nei pressi di Belforte, conserva i resti di una fattoria di epoca romana; ancora oggi è possibile vedere tegole, coppi e altri reperti.
     
  • Villa di Solaio
    Una delle ville, insieme a quella di Anqua, più belle e meglio conservate del nostro territorio. La villa apparteneva ai signori Marescotti; la sua costruzione dovrebbe risalire al 1600, anche se non ci sono notizie documentate. Possiede un bellissimo giardino all'italiana, arricchito da piante di limone, e una cappella che fu costruita nel XVII secolo, ma è stata ristrutturata nel corso del 1800. La villa di Solaio è oggi una residenza per turisti.
     
  • Fattoria di Tegoni
    La sua costruzione risalte al 1300; ad essa appartiene la chiesa di San Regolo, che risale al XIII secolo.
     
  • Podere di Giogliano
    Sorge sui resti di una antica chiesa del 1100. Attualmente è una struttura ricettiva.
     
  • Podere Serracona di sopra
    La sua caratteristica è di essere situato presso un complesso roccioso nel quale gli archeologi hanno individuato una antica cava di alabastro, che, cessata l’attività, con il tempo si è trasformata in rifugio per i cacciatori e i pastori.
Ultima modifica: venerdì, 01 settembre 2023

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